domenica 21 ottobre 2012

Milan, errare è umano, perseverare...è diabolico!

Ancora una volta un primo tempo imbarazzante condiziona l’intera gara del Milan, ospite all'Olimpico di una lanciatissima Lazio. Assente Abbiati sostituito da Amelia, Allegri si affida nuovamente ad Antonini, mentre in attacco punta sull'evanescente El Shaarawy e Pazzini. 


Dopo i primi promettenti tentativi propiziati soprattutto da Pazzini, la Lazio viene fuori spinta soprattutto dai suoi gioielli Klose ed Hernanes, costringendo cosi il Milan a perdere la calma rintanandosi nella sua metà campo. La logica conseguenza di tutto questo è un gol (anche molto fortunoso) segnato da Hernanes (25’) dopo una bellissima serpentina ai danni del malcapitato Bonera, il quale riesce anche a deviare il tiro del brasiliano facendone derivare una palombella che beffa un Amelia non proprio esente da colpe. Subito il gol dello svantaggio, il Milan ha quantomeno il merito di cercare subito di reagire, andando vicinissimo dal trovare la rete con El Shaarawy (27’), la cui conclusione destinata in rete viene miracolosamente salvata sulla linea da Andre Dias. 

Ma ormai è la Lazio ad aver preso il comando delle operazioni in campo mediante un possesso palla indisturbato. Ci si avvia ormai verso la fine del primo tempo, quando Candreva (con un siluro che termina sotto l’incrocio) e Amelia (colpevole di aver battezzato fuori il tiro del numero ottantasette laziale) pongono la parola fine sui sogni di gloria rossoneri per questa partita (41’). 

La ripresa vede subito la sostituzione di un Boateng che non ha mai visto la palla con un Emanuelson molto propositivo ma, come spesso accade in questo periodo al Milan, un'altra dormita colossale della difesa milanista che lascia che Candreva si involi solo verso l’area di rigore e metta in area un altro cross per l’altrettanto solo Klose che deve solo spingere dentro la palla del tris biancoceleste per il gol numero sei in otto partite del suo campionato (49’). A questo punto Allegri decide di gettare nella mischia il rientrante Pato, che se non altro ha il merito di dare un po’ di brio alla fase offensiva rossonera: con lui in campo il Milan riesce a rendersi almeno un po’ più minaccioso dalle parti di Bizzarri creando almeno tre occasioni (due con Pazzini di testa su cross di Emanuelson, ai minuti 53’ e 55’, e una con Pato a seguito del calcio d’angolo susseguente la seconda opportunità per il Pazzo). Fino al gol di De Jong (61’), molto bravo a toccare un pallone mandato in area di rigore con uno schema da calcio di punizione di Emanuelson. Si pensa che il Milan possa gettarsi all’immediata ricerca del pari, ma in realtà la forza di volontà rossonera si spegne pian pianino visto che le occasioni che i rossoneri creano (specie un tiro di Pazzini al 65’) non sono minimamente in grado di creare grattacapi alla retroguardia laziale. Lazio che va vicina al quarto centro (possibile secondo personale) con Hernanes il cui tiro viene bloccato in due tempi da Amelia, prima di osservare l’ennesima gemma (la quinta nel torneo) di El Sharaawy che, dopo essersi bevuto Konko in velocità accorcia le distanze al 79’ con un tiro angolatissimo che si infila alle spalle di Bizzarri. 

Ancora una volta Allegri si è avventurato in dichiarazioni impegnative nel dopo gara elogiando la buona reazione, ma ormai va ripetendo gli stessi concetti da otto partite: non se ne può più di vedere il Milan in balia dell’avversario per un tempo e reagire solo nella ripresa con la situazione compromessa e a seguito di cambi. Mi verrebbe da pensare che in settimana i giocatori invece di allenarsi facciano scampagnate. Inoltre osservare giocatori impauriti sul campo (Antonini in primis) dovrebbe far restare sveglio la notte chi ha deciso di costruire questa squadra pensando che avrebbe potuto essere competitiva anche solo in Italia.


Antonio Manfredi

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